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18 March 2006

Silvio, c'è sempre da imparare...




L’eccentrico presidente Niyazov , Faraone del III millennio

Tutti i capricci del «Padre dei turkmeni»

L’ultima trovata: creare un'enorme foresta di cipressi per rinfrescare il deserto. Le sue «trovate» sono legge

ASHGABAT (TURKMENISTAN) – I suoi desideri sono legge. Per cui prepariamoci a veder spuntare nelle steppe semidesertiche che circondano Ashgabat, capitale di un Turkmenistan in bilico tra modernità, tradizione islamica e nostalgia sovietica, una foresta di cipressi estesa per circa mille chilometri quadrati (più o meno tanti quanti ne occupa la provincia di Imperia). La vuole il presidente del Paese centroasiatico, Separmurat Niyazov, e i suoi desideri diventano realtà.

MODERNO FARAONE – Niyazov era presidente turkmeno già prima dell’affrancamento del suo Paese da Mosca; dopo, ne è divenuto progressivamente un padre-padrone: nel 1999, dopo un plebiscito, fu «costretto» ad accettare la presidenza perpetua. I suoi poteri sono divenuti superiori, gradualmente, persino a quelli di alcuni monarchi assoluti. Tant’è che, all’appellativo di presidente, Niyazov preferisce quello di «Turkmenbashi», cioè «Padre e Guida dei turkmeni». Se Niyazov ha una pensata, il servile Parlamento turkmeno viene riunito per avallarla senza batter ciglio. L’ultima trovata, appunto, la creazione di una foresta di cipressi per mitigare il clima torrido della capitale. Si chiamerà «Foresta millenaria», nome fin troppo originale, visto che è già tanto che non sia stata chiamata «Turkmenbashi», come numerose scuole, aeroporti e persino un meteorite caduto nel 1999 presso il confine con l’Uzbekistan. Mitigare l’arido clima turkmeno è una sorta di chiodo fisso per Niyazov: nel 2001 avviò i lavori per la creazione di un colossale lago artificiale in pieno deserto del Karakum; nel settembre 2005, invece, annunciò l’inizio della costruzione, sempre in pieno deserto, di uno zoo in grado di ospitare 300 specie di animali, pinguini compresi: in entrambi i casi «lavori in corso».
LA DIVINIZZAZIONE – Niyazov fornisce un ricchissimo campionario di iniziative bizzarre, quasi tutte volte a rafforzare il culto della propria personalità. Il Turkmenistan è letteralmente disseminato di statue che raffigurano Turkmenbashi o i suoi familiari: presso il palazzo presidenziale ad Ashgabat ce n’è una di Niyazov alta 12 metri, rivestita d’oro e capace di ruotare per seguire il sole. Forse è stata fatta col metallo risparmiato dagli odontotecnici locali, che su decreto presidenziale non possono più impiantare capsule del biondo metallo nelle bocche dei clienti. Il volto di Niyazov campeggia anche su manifesti, banconote, bottiglie di vodka, scatole di tè, boccette di dopobarba. Emblematica la sua riforma del calendario: i nomi dei mesi tradizionali sono stati sostituiti da quelli di eroi, poeti o avvenimenti capitali della storia del popolo turkmeno. E siccome Niyazov si considera al contempo eroe, figlio di eroi, poeta e filosofo, ha pensato bene di ribattezzare gennaio Turkmenbashi, aprile Gurbansoltan (nome di sua madre) e settembre Ruhnama, titolo della sua più grande fatica letteraria
IL RUHNAMA – Il «Ruhnama» (letteralmente «Libro dell’anima») è un corposo testo che contiene il pensiero filosofico di Niyazov e che costituisce anche una sorte di epica del popolo turkmeno. Per legge, nelle moschee deve affiancare il Corano, nelle librerie dev’essere in bella vista, nelle scuole e negli uffici pubblici dev’essere imparato pressoché a memoria. Non mancano le letture del testo alla radio e in tv, e dal 25 agosto 2005 il Ruhnama è persino in orbita attorno alla terra, dopo essere stato lanciato nello spazio a bordo del missile russo «Dniepr». Niyazov tocca in maniera incisiva anche molti aspetti della vita quotidiana dei turkmeni: ha vietato la musica registrata («Il playback uccide la nostra cultura», la spiegazione), il balletto, l’opera, la barba e i capelli lunghi per gli uomini. E ha imposto una tassa di 50 mila dollari agli stranieri non residenti che vogliono sposare una donna turkmena.

IL RE DEL GAS – Turkmenbashi è riuscito a impossessarsi di un potere politico e culturale assoluto; per farlo ha dovuto impadronirsi anche di quello economico, accaparrandosi tutti i proventi derivanti dall’estrazione di petrolio e gas naturale (di cui il Turkmenistan è il quinto produttore mondiale), e schierando il suo Paese su posizioni equidistanti da Mosca e Washington. Sostenuto da finanze enormi, ha letteralmente plagiato gran parte dell’opinione pubblica a suon di propaganda martellante e di iniziative paternalistiche: ha garantito ai turkmeni acqua, gas e luce gratis, benzina a prezzi stracciati e biglietti aerei per voli interni a circa 2 euro. Gratuite anche istruzione, assistenza alle partorienti e ai malati terminali.

IL DESPOTA – Forse Niyazov vincerebbe a mani basse anche elezioni democratiche, ma sia chiaro che stiamo parlando di un vero despota: secondo Reporter senza frontiere, il Turkmenistan è il terzo Stato al mondo con la più limitata libertà di stampa. Gli oppositori politici sono in carcere, in esilio o silenti. Le biblioteche e i teatri rurali sono stati chiusi. E aperture non sono certo in vista: sia Mosca che Washington in qualche modo sperano che Niyazov resti in sella, perché, seppur con pugno di ferro, ha mantenuto stabile un Paese sito in una zona crocevia di gasdotti e oleodotti, persegue il fondamentalismo islamico e all’occorrenza mette a disposizione basi militari nei pressi di zone turbolente come Pakistan e Afghanistan.

Chiunque vinca le elezioni del 9/10 aprile dovrebbe prendere spunto da questo grande uomo, immagino già le nostre città disseminate di statue dorate raffiguranti Silvio o Romano, un bello zoo con i pinguini magari in sardegna, un festivalbar finalmente dal vivo perchè il playback fa male e una bella foresta in una zona da definire. Altro che grandi opere...

5 comments:

mmcerit said...

ma di che squadra è presidente?

Anonymous said...

silvio impara, silvio sei un principiante un novellino!

Anonymous said...

ale vedo già una statua del cane volante in duomo..

Anonymous said...

ale il tuo sarcasmo sarà punito, il turkmeno è vendicativo. N for Niyazov

Anonymous said...

Io ho avuto il privilegio di andarci, in turkmenistan. Ho scoperto un paese bizzarro dove tutti sanno di essere oppressi ma hanno una paura di dirlo che rasenta l'inimmaginabile. Non si sentono liberi neppure tra le loro mura domestiche. In realtà è un dramma, che tutti ignorano per chissà quali meccanismi geo-politici... alla gente non resta che cercare di sopravvivere facendo qualche mestierino sottopagato presso qualche multinazionale di stati amici e compiacenti (Turchia in primis). Intanto la televisione trasmette 24 ore su 24 i discorsi del presindente, si fanno vedere bambini adoranti tra le sue braccia... ogni 5 parole viene pronunciato il nome di lui... insomma, un vero disastro! Io ci sono rimasto 26 giorni nel mio periodo più lungo laggiù... posso assicurarvi che non è facile. Ogni giorno guardo le notizie da laggiù nella speranza di leggere che qualcuno, magari di quelli che ho conosciuto io, gente veramente in gamba, ha deciso di ribellarsi... forza ragazzi, fatevi valere!